Il 2020 resterà nei libri di storia come il peggior anno, per distacco, dai tempi della seconda guerra mondiale. “Anno bisesto, anno funesto”, è un celebre detto popolare, nato ai tempi dell’Antica Roma, che, purtroppo, si è rivelato quanto mai profetico nei dodici mesi andati in archivio. E a renderlo tale è stato, senza alcun dubbio, la comparsa del covid 19, che ha rivoluzionato, in accezione negativa, la vita di ciascuno di noi.
Le misure impartite dall’Istituto Superiore di Sanità sono diventate, ormai, un mantra imprescindibile per tutti gli italiani: distanza interpersonale di almeno un metro, evitando abbracci e strette di mano; costante igienizzazione delle mani; utilizzo obbligatorio della mascherina protettiva sia in luoghi chiusi che all’aperto. Puoi trovare qui un utile approfondimento sull’utilità delle suddette mascherine.
La chirurgica è la più diffusa, ma è davvero la soluzione migliore?
Le regole imposte a livello legislativo, d’altro canto, parlano chiaramente: l’uso della mascherina è obbligatoria non solo negli spazi chiusi, dove il virus si potrebbe diffondere con più facilità, ma anche negli spazi aperti qualora non fosse garantita la distanza minima di almeno un metro. E’ molto importante, inoltre, scegliere mascherine che rispettino puntualmente le direttive previste.
Il testo, in tal senso, è piuttosto esplicativo: “possono essere utilizzate mascherine di comunità, ovvero mascherine monouso o mascherine lavabili, anche auto-prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire un’adeguata barriera e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate che permettano di coprire dal mento al di sopra del naso”.
Direttive chiare, precise, che le più importanti società produttrici, tra le quali si può annoverare anche Maskhaze, hanno fatto proprie per offrire alla cittadinanza dei dispositivi sicuri ed efficaci nella battaglia contro il Coronavirus, che, stante l’attuale situazione a livello continentale, è lungi dall’essere dichiarata sconfitta e ci obbligherà all’utilizzo della mascherina per un periodo certamente non breve.
Esistono svariate tipologie di mascherine. Quella certamente più diffusa è la chirurgica, creata per essere utilizzata in ambito sanitario e certificata in base alla propria capacità di filtraggio. Esse vanno sostituite con una certa frequenza, in quanto perdono di efficacia dopo alcune ore dal loro utilizzo e non possono essere impiegate nuovamente, a differenza, invece, di quelle di tessuto.
Quali sono le alternative alla mascherina chirurgica
Esse, infatti, possono essere utilizzate più volte, purché siano di buona qualità: non c’è da stupirsi, di conseguenza, se il prezzo di listino sia maggiore di altre tipologie. Ma il risparmio, considerato il loro frequente utilizzo, è certamente maggiore rispetto alle cosiddette “usa e getta”, che, è bene tenerlo a mente, andrebbero sostituite almeno ogni 4 ore per non perdere la loro efficacia nella lotta al coronavirus.
La mascherina di tessuto, tuttavia, richiede un’attenta manutenzione a partire, ad esempio, dal lavaggio, che deve essere effettuato giornalmente, in lavatrice a 60°, evitando di dover ricorrere all’utilizzo di comuni ammorbidenti, che potrebbero risultare nocivi alla funzione anti-filtrante delle mascherine, andando ad intaccare la loro efficienza.
Oltre a quelle di tessuto, in commercio esistono altre due tipologie di mascherine che si stanno rivelando particolarmente efficaci nella loro azione di contrasto all’ulteriore diffusione del coronavirus, che, purtroppo, non ha ancora esaurito di mietere contagi e vittime, specie nel Vecchio Continente: la KN95 e la FFP2.
Per quanto concerne l’efficacia filtrante, le differenze sono decisamente modeste: entrambe hanno una capacità filtrante superiore al 92%, in base alle rispettive normative che ne certificano le caratteristiche. Ed è in quest’ultima che differiscono: le KN95 sono certificate dalla normativa cinese e risultano leggermente più performanti in termini di anti filtraggio, mentre le FFP2 sono autenticate a livello europeo.