Il tema pensionistico è, da ormai svariati decenni, al centro del dibattito pubblico del paese. Dalla “Riforma Dini” in avanti, il legislatore è intervenuto svariate volte fino ad arrivare, in ultima istanza, alla famosa “Quota 100”, che alcuni esponenti dell’attuale maggioranza governativa vorrebbero vedere eliminata.
L’Italia viene considerata un “paese di vecchi”, dove si vive a lungo grazie al clima mite e ad un regime alimentare virtuoso. Al giorno d’oggi, esistono oltre 16 milioni di pensionati, ovvero oltre il 25% della popolazione, quasi equamente suddivisi per genere d’appartenenza (donne 52%, uomini 48%).
Chi può richiedere il pagamento degli arretrati
È curioso il fatto che le pensioni erogate, oltre ventitré milioni, siano superiori al numero dei pensionati, questo perché molti soggetti hanno diritto a più di una tipologia di pensione. Oltre alle pensioni di anzianità, infatti, esistono quelle destinate ai superstiti di un pensionato deceduto, le pensioni sociali, le pensioni indennitarie e le pensioni di invalidità.
Quest’ultime riguardano oltre tre milioni di italiani e sono state soggette, in base ad una sentenza dello scorso luglio della Corte di Cassazione, a delle importanti novità a partire da quest’anno: a differenza del passato, alcuni soggetti possono il pagamento degli arretrati per ben 60 mensilità pregresse. Un’opportunità, però, alle quale non tutte le persone che percepiscono una pensione di invalidità possono accedere.
Il primo requisito essenziale riguarda il grado di invalidità: solo chi è stato dichiarato invalido civile al 100% può richiedere questa agevolazione. Tutti gli altri, anche chi percepisce una pensione per un’invalidità – ad esempio – del 95%, non può inoltrare la richiesta, che verrebbe inevitabilmente respinta da parte dall’INPS. I soli inabili lavorativi, di conseguenza, non possono inoltrare la richiesta.
Quali sono i limiti anagrafici e reddituali?
Il secondo requisito riguarda l’età anagrafica. Per percepire una pensione d’invalidità, come noto, non è indispensabile aver raggiunto i 67 anni d’età (come avviene oggi per le tradizionali pensioni d’anzianità), ma è sufficiente che la propria inabilità venga accertata da parte di una equipe medica dell’INPS.
Con riferimento all’ottenimento degli arretrati, tuttavia, è indispensabile che il richiedente abbia compiuto almeno 60 anni al momento dell’entrata in vigore della sentenza della Corte Costituzionale, datata 20 luglio 2020: in qualsiasi altro caso, di conseguenza, la domanda non potrà essere accolta.
Il terzo requisito fondamentale, come avviene nella maggior parte degli assegni di sostentamento, riguarda il reddito percepito. La richiesta relativa al pagamento degli arretrati della pensione di invalidità, può essere avanzata solo se il proprio reddito personale è inferiore ad €.8469,63 e quello del proprio nucleo familiare non sia superiore ad €. 14447,62.
Come accelerare e tutelare al meglio la richiesta
Esistono almeno due tipologie differenti per inoltrare la richiesta del pagamento degli arretrati. La maggior parte delle persone, complice anche una scarsa informazione in questa materia, opta per il disbrigo della pratica direttamente con l’INPS, l’ente previdenziale deputato a stabilire se la richiesta possa essere effettivamente accettata.
In questo caso, la richiesta dev’essere spedita tramite raccomandata A/R, accompagnata dal verbale di riconoscimento dell’invalidità emesso dalla stessa INPS e dal modello AP70. Quest’ultimo modulo è indispensabile venga compilato in modo corretto ed esaustivo, onde evitare che la richiesta non venga accolta per un “vizio di forma”. Ed in base ai primi riscontri, molte domande vengono respinte per questa ragione.
In alcuni casi, però, è emerso – al di là della corretta compilazione dei moduli – come alcune richieste vengono respinte in modo ingiustificato. Per evitare qualsiasi tipologia di problema, è consigliato rivolgersi ad un legale specializzato in materia previdenziale, che può valutare, in maniera gratuita, la fattibilità della richiesta e, nel caso ce ne fossero i presupposti, inoltrare la richiesta all’INPS ed accelerare, significativamente, i tempi di erogazione degli arretrati.