L’amianto è un insieme di minerali che, prima di assumere la caratteristica forma di cui siamo a conoscenza, devono subire dei processi idrotermali a bassa pressione e temperatura. In via del tutto generale, l’amianto è conosciuto in Italia non solo per i suoi numerosi utilizzi, nel campo dell’edilizia, in passato, ma anche e soprattutto per le sue proprietà cancerogene, che portano quest’insieme di minerali a essere incredibilmente pericoloso e nocivo per la salute umana; per questo motivo, l’amianto non può essere utilizzato all’interno della realtà edile italiana, a seguito di una serie di regolamentazioni che sono avvenute in tal senso, e che portano all’adozione di alcune pratiche e dispositivi di protezione individuale che proteggano dall’utilizzo di amianto. Ecco tutto ciò che c’è da sapere a tal proposito.
La pericolosità dell’amianto
La diffusione particolarmente elevata di amianto in natura ha portato, in passato, a servirsi dello stesso per la maggior parte delle costruzioni ma anche ad un utilizzo massiccio per la realizzazione di indumenti e tessuti da arredamento ignifughi. In effetti, l’amianto si propone attraverso la sua resistenza al calore, ma le sue proprietà sono altamente nocive per chi respira inavvertitamente questo materiale, dal momento che può portare all’emergere di gravi patologie, come tumori della pleura e carcinoma polmonare.
Per questo motivo, l’amianto è considerato tra i materiali più tossici e nocivi che esistano in natura e che, allo stesso tempo, abbiano trovato sviluppo all’interno del settore edile italiano. Sono tantissimi, in effetti, i paesi che hanno vietato l’utilizzo dell’amianto e che procedono, attraverso centri specializzati, come quello di smaltimento amianto a Lecce, alla rimozione di questo materiale; il primo paese ad agire in tal senso è stato il Regno Unito nel 1930, a cui ha fatto seguito la Germania nel 1943. Il primo paese che abbia bandito dalla realtà nazionale l’amianto è stato l’Islanda nel 1983, a cui hanno fatto seguito oltre 50 paesi in tutto il mondo.
Tutti i divieti imposti nell’utilizzo di amianto
A questo punto, possono essere considerati tutti i limiti che sono stati imposti dall’impianto legislativo italiano a proposito dell’utilizzo dell’amianto. In prima battuta, è giusto che venga considerato che, a partire dal 1992, l’amianto non può essere prodotto, lavorato e venduto secondo la legge n. 257 del 1992, che si occupa, nel primo caso in tutto il mondo, anche di salvaguardare i lavoratori che si trovano a contatto con l’amianto e la sua pericolosità, introducendo benefici consistenti per tutti coloro che si occupano della rimozione dell’amianto dal punto di vista prettamente lavorativo.
In effetti, i lavoratori che operano all’interno di cave o miniere di amianto, ricevono una rivalutazione contributiva del 50%, destinata anche a tutti coloro che hanno subito purtroppo una malattia professionale derivante o correlata dall’esposizione all’amianto. Sono numerosissimi, tuttavia, i presupposti di legge che si ritrovano a proposito dell’utilizzo, della vendita e della rimozione di questo materiale stesso, sia per quel che riguarda i lavoratori, sia per quel che concerne l’applicazione di valori limite a proposito di questo insieme di minerali.
A proposito di valori limite, questi sono stati introdotti all’interno del decreto legislativo numero 277/91, nel novero dell’articolo 24. Questi riguardano i valori limite da applicare a livelli di azione giornalieri, settimanali e annuali, ma anche i valori limiti riguardante l’esposizione all’amianto in una media di 15 minuti; sulla base di queste limitazioni applicate da parte del governo italiano, risulta essere chiaro che l’utilizzo dell’amianto sia assolutamente sfavorito e vietato in ogni sua forma, pena sanzioni e altre azioni da parte dello stato.