L’olio di CBD o cannabidiolo è un prodotto che, da diversi anni a questa parte, ha acquisito un grande popolarità. Noto anche come olio di cannabis, è acquistabile senza problemi dai maggiorenni – parliamo delle regole vigenti in Italia – sia presso gli store fisici, sia online. Nonostante siano passati diversi anni da quando il consumo di olio di cannabis è diventato parte della nostra quotidianità, sono ancora tanti i luoghi comuni che riguardano il prodotto. Nelle prossime righe, ne abbiamo elencati sei, specificando come mai si tratta di miti da sfatare che nulla hanno di vero.
L’olio di CBD sballa
L’olio di CBD non ha effetti psicoattivi. Il cannabidiolo, metabolita della canapa più famoso dopo il THC, non influisce sulla nostra percezione della realtà. Per essere precisi, è il caso di ricordare che, nel corso degli anni, diversi studi hanno posto l’accento sulla sua capacità di inibire gli effetti del delta-9-tetraidrocannabinolo (presente in quantità estremamente ridotte).
L’olio di cannabidiolo non può essere assunto durante il giorno
Soprattutto negli ultimi due anni, l’interesse verso l’olio di cannabidiolo è cresciuto notevolmente. Lo stress che ci ha investiti tutti, infatti, ha trovato molte persone prive di risorse. Per affrontare il cambiamento, molte di loro hanno scelto di provare l’olio di CBD per rilassarsi e per favorire la qualità del sonno. Questo ha portato, di frequente, a pensare che questo prodotto non possa essere assunto durante il giorno. Non è affatto vero! L’olio a cui stiamo dedicando queste righe, infatti, ha effetti positivi anche sull’ansia, una problematica che, come ben sa chi ne soffre, non conosce certo orari.
Inoltre, quando si chiama in causa l’olio di CBD è importante ricordare la sua capacità di favorire la neurogenesi, aspetto che si riflette direttamente sul mantenimento dell’efficienza della memoria.
L’olio di canapa è puro
No, l’olio di CBD non è puro. Se lo fosse, sarebbe impossibile, per il nostro corpo, apprezzare i benefici di questo metabolita e l’effetto dei terpeni. Il prodotto che si acquista è diluito nell’olio vettore. Le alternative da chiamare in causa in questo frangente sono diverse. Si va dall’olio d’oliva, noto per i suoi effetti antiossidanti e antinfiammatori, fino all’olio MCT. Entrando nel vivo delle sue caratteristiche, ricordiamo che si tratta di un olio caratterizzato dalla presenza di acidi grassi a catena media, di riflesso più digeribili da parte dell’organismo umano (vengono scissi più rapidamente).
L’olio di CBD dà dipendenza
Eccoci a parlare di un mito da sfatare piuttosto diffuso. L’olio di cannabidiolo non dà dipendenza. La presenza di THC è infatti estremamente bassa (parliamo di una percentuale non superiore allo 0,2).
L’olio a base di cannabidiolo fa male agli animali
Assolutamente no! Se acquistato scegliendo formulazioni specifiche – caratterizzate anche dalla presenza di altri ingredienti – può rivelarsi prezioso per affrontare diverse problematiche che, purtroppo, in molti casi fanno parte della vita dei nostri amici a 4 zampe. In questo novero è possibile includere il dolore causato da malattie infiammatorie come l’artrite, ma anche livelli d’ansia così forti da provocare la sindrome abbandonica.
Se si viene trovati in giro con olio di CBD in borsetta, si rischia legalmente
Concludiamo questa rassegna di luoghi comuni su un prodotto a dir poco popolare rammentando che no, non si rischia nulla dal punto di vista legale se le Forze dell’Ordine dovessero, a prescindere dal contesto, riscontrare la presenza di boccette di olio di CBD. Diverso è il caso dell’assunzione prima di mettersi alla guida. Come già detto, il THC, seppur presente in quantità minime, c’è ed è rilevabile dagli strumenti che gli agenti della polizia stradale utilizzano per individuare gli automobilisti che si sono messi al volante con nel sangue tracce di sostanze stupefacenti. Le conseguenze, in questi casi, prevedono il ritiro della patente.